Mercato europeo trattori 2020

Non c’è Covid che tenga

Il mercato europeo dei trattori chiude il 2020, il “peggior anno di sempre”, in linea con il 2019. Un risultato su cui nessuno avrebbe scommesso durante il lockdown e che molto si lega agli aiuti che la maggior parte dei Paesi ha varato per sostenere il proprio comparto primario.

Con sole 273 immatricolazioni in meno rispetto al 2019 su un totale di oltre 136 mila, il mercato europeo dei trattori chiude il 2020 sostanzialmente in linea con l’anno precedente. Questi si era a sua volta chiuso con un incremento di oltre otto punti sul 2018, a sua volta quasi in linea con il 2017.

Di fatto, quindi, la conferma del buon momento che sta attraversando il comparto della meccanizzazione agricola e la sua apparente invulnerabilità alla crisi economica indotta da Covid-19. L’aggettivo “apparente” è però d’obbligo. In realtà il comparto ha retto alla crisi grazie agli aiuti che ogni Paese ha messo in atto per proteggere il proprio settore primario, conscio che con le dovute motivazioni molto si può togliere a un popolo, ivi compresa le libertà di personali, ma non il cibo.

(1) 56% circa Lindner; (2) 28% circa Belarus; (3) 26% circa Farmtrac, Ursus e Zetor; (4) Sono compresi i quad (5) 34% circa Zetor

Il futuro è nell’estensivo

A ciò si aggiunga che proprio lo sviluppo tecnologico della meccanizzazione agricola è ritenuta una delle principali leve su cui si può e si deve agire per far fronte alle esigenze alimentari che l’Umanità avanzerà da qui al 2050, quando si ipotizza che gli abitanti del Pianeta diventeranno più di nove miliardi.


Tutti vorranno ovviamente mangiare e molti ambiranno anche a farlo sulla base di standard diversi da quelli attuali. Sostituendo le diete prettamente vegetali con diete più ricche di carni. Alla faccia di chi sostiene l’Agricoltura di nicchia e il biologico, è certo che saranno le produzioni estensive quelle che permetteranno di produrre le derrate alimentari nei quantitativi e con le qualità richieste dal mercato. Attività che però possono essere espletate solo disponendo di macchine sempre più potenti e tecnologicamente avanzate.



Per la meccanizzazione agricola si prospetta in definitiva un trend di crescita che nel 2020 neanche Covid-19 è riuscito a contrastare, come si evince dai dati riportati a lato. Relativamente a questi ultimi va precisato che sono riferiti alle immatricolazioni di nuove macchine, ma non sono omogenei fra loro.

Ci sono Paesi, per esempio, che escludono dai loro computi i trattori di potenza inferiore ai 50 cavalli. Altri che invece connotano quali trattori anche i quad e i trattorini garden. Senza dimenticare che ai Costruttori è vietato diramare dati relativi al 2020 e che nel caso della Lettonia mancano i dati relativi al 2019. Da qui l’invito a leggere la tabella guardando più agli ordini di grandezza che non ai dati assoluti.


A livello di grandi mercati si evince come questi ultimi premino Austria, Germania e Polonia, soddisfino l’Italia e vedano in calo Francia e Spagna. Non in tabella in quanto non è stato possibile reperire i dati divisi per marchio, l’Inghilterra, sotto di oltre il 13 per cento. Più variegati gli andamenti dei mercati di secondo piano, con Lituania che cresce quasi del 28 per cento. Di fatto però immatricolando solo 66 trattori in più rispetto al 2019. Croazia cala del 44 per cento con un più consistente volume di 774 trattori.

Il mercato premia Fendt

A livello di marchi è indubbio che sia Fendt quello più premiato dagli agricoltori europei. Cresciuto del 12 per cento è diventato il secondo marchio europeo, alle spalle di un John Deere, calato di quasi il sette per cento, e davanti a New Holland, in calo del 17 per cento.

Chiude in positivo anche Deutz-Fahr, mentre soffrono Kubota, Massey Ferguson e Valtra. Vicini poi alle posizioni 2019 Claas, il binomio Landini-McCormick e quello Same-Lamborghini. Claas cala leggermente, attorno ai due punti percentuali. La stessa performance, ma in positivo, che registrano i marchi del gruppo Argo e quelli del gruppo Sdf.

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